Le indagini sulla morte di Elisabeth Halg proseguono, ma per gli inquirenti non sembrano esserci dubbi: a causarne il decesso è stato il calcio di uno dei suoi cavalli.
La Procura di Reggio Emilia, come d’obbligo, ha aperto un fascicolo d’inchiesta: utilizzando il modello 44 senza indagati, con ipotesi di omicidio colposo, una formalità necessaria per poter procedere con l’autopsia.
Non sono nemmeno stati messi i sigilli all’abitazione, che non è sotto sequestro.
La ricostruzione dell’incidente sembra quindi essere davvero la prima che poteva venire in mente a chi ama e frequenta i cavalli da vicino.
Le cose che si fanno sempre, due volte al giorno o tre o quattro con i cavalli che conosciamo da tanto tempo, a cui vogliamo bene e che ci vogliono bene.
Con loro fai ogni sorta di giochi, ti seguono come cagnolini, li conosci come le tue tasche.
C’è vento, magari hai fretta, non metti capezza e longhina.
Magari nei box aspetta la biada, uno dei cavalli è un po’ allegro per via del vento, della profenda che l’aspetta, si gira e tira una doppietta di allegria all’altro.
Ma in mezzo ci può essere qualcuno, l’altro giorno c’era Elisabeth: e ora Elisabeth, a cui tutti volevano bene dove viveva, i suoi cavalli per primi, non c’è più.
Sempre prudenza, sempre attenzione, sempre cercare di prevenire i problemi: capezza e longhina vi permettono di controllare il cavallo, impedire dietro-front improvvisi e potenzialmente letali.
C’è un motivo se adesso mettono il cap anche groom e palafrenieri a piedi, nelle situazioni più complicate: impariamo da loro.
Arrivederci Elisabeth, ti abbracciamo forte.